08 gennaio 2016

Cinquant'anni di danni agricoli provocati dagli eventi meteo estremi

Siccità e ondate di calore hanno determinato una perdita del 9-10 per cento dei raccolti di cereali mondiali degli ultimi 50 anni: lo rivela la prima analisi globale, basata sui dati della FAO, degli effetti degli eventi meteo estremi su questo tipo di coltivazioni. Lo studio ha anche dimostrato la maggiore sensibilità al caldo estremo del mais rispetto a riso e frumento(red)

A partire dalla metà del Ventesimo secolo, in molte regioni del mondo sono avvenuti notevoli cambiamenti nella tipologia e nella frequenza degli eventi estremi di siccità, alluvioni e temperature. I danni dovuti a questi eventi si sono fatti sentire soprattutto nelle aree agricole, con perdita dei raccolti e danni alle infrastrutture, e con potenziali conseguenze negative per la sicurezza degli approvvigionamenti alimentari, a livello locale e nazionale.

Cinquant'anni di danni agricoli provocati dagli eventi meteo estremi
Effetti della siccità nei campi agricoli della Central Valley, in California (© Jenny E. Ross/Corbis)
Per la prima volta, uno studio pubblicato sulla rivista “Nature” da Corey Lesk, della Mc Gill University a Montreal, in Canada, e colleghi di altri istituti canadesi e britannici, ha analizzato statisticamente i danni riportati globalmente durante questi eventi, stimando che siccità e ondate di calore hanno ridotto del 9-10 per cento la produzione di cereali, mentre non è stato possibile quantificare l'effetto delle alluvioni e del freddo estremo. Si tratta complessivamente di una perdita di circa 1,8 miliardi di tonnellate di cereali, una quantità paragonabile alla produzione mondiale annuale di mais e frumento.

Lesk e colleghi hanno analizzato statisticamente le perdite nella produzione nazionale di cereali dovute a circa 2800 eventi meteo disastrosi avvenuti tra il 1964 e il 2007 in 177 paesi del mondo, secondo i database sui raccolti della Food and Agriculture Organization (FAO) delle Nazioni Unite.

I risultati dell'analisi dimostrano non solo che siccità e ondate di calore hanno seriamente danneggiato la produzione agricola degli ultimi 50 anni, ma anche che il fenomeno è andato intensificandosi in anni più recenti. Se infatti la perdita complessiva stimata per il periodo 1964-1984 è stata del 6,7 per cento, quella tra il 1985 e il 2007 è stata del 13,7 per cento. Significativo anche il confronto tra nord e sud del
mondo: nei paesi sviluppati i danni sono stati mediamente dell'8-10 per cento superiori che nei paesi in via di sviluppo.

Per quanto riguarda invece i dati relativi alle diverse coltivazioni, la siccità sembra colpire allo stesso modo riso, mais e frumento, mentre il calore estremo danneggia maggiormente il mais, probabilmente perché la sua maturazione avviene per lo più in estate.

Gli autori hanno analizzato anche in modo più approfondito gli effetti degli eventi estremi, mostrando che le perdite dovute alla siccità erano associate a una riduzione sia delle aree coltivate sia della resa delle coltivazioni, mentre il calore estremo era associato principalmente alla diminuzione della resa.

Studi come questo, sottolineano Lesk e colleghi, dovrebbero consentire di affrontare meglio le emergenze climatiche future: se da una parte la loro intensità non è mitigabile, dall'altra è possibile avviare programmi di protezione per rendere le coltivazioni meno esposte agli eventi estremi.