Eros della guerra
I movimenti di emancipazione al tempo della guerra, un estratto da Le condizioni economiche per la pace di Emiliano Brancaccio.
Mauricio Wacquez, militante in niente
Un profilo dello scrittore cileno antiautoritario a oltranza, anticlericale furibondo, dandy impenitente.
Calcolo e atmosfera
La pittura di Julie Mehretu.
Abitare la Milano delle Olimpiadi
Qual è il costo della costruzione del Villaggio Olimpico per chi vive nei quartieri limitrofi?
A cosa servono le idee sbagliate
Di errori marchiani e grandi scoperte: un estratto da L’epoca delle idee cadute dal pero.
Veltroneide
La narrativa al servizio del revisionismo storico.
L’intelligenza deludente
Per Nello Cristianini l’IA sta entrando nelle nostre vite, ma non è “umana” come ci aspettavamo.
La Parola della Settimana
tornata
tornata tornata s. f. [der. di tornare; nel sign. 3, dal provenz. tornada]. – 1. a. ant. o pop. Ritorno: nel suo letto il mise e dissegli che quivi infino alla sua t. si stesse (Boccaccio); fare t., fare ritorno. b. T. lattea, sensazione di calore alla mammella, e di puntura al capezzolo, che avverte la nutrice quando, attaccato il bambino al seno, la secrezione lattea si accentua. 2. Seduta, adunanza di un’accademia, di un’assemblea, ecc.: le t. dell’accademia della Crusca; t. ordinaria, straordinaria. Il termine, oggi poco com., era ancora usato in alcuni atti ufficiali della Camera dei deputati fino al 1938 e del Senato fino al 1933 (oggi seduta). Riferito talora, per estens., anche a turni di elezioni (politiche, amministrative, ecc.): prima, seconda t. elettorale. 3. ant. Il commiato o congedo della canzone provenzale, e per estens. della canzone antica in genere, che nel tipo più frequente ripete lo schema della parte finale della stanza.