La paleontologia, una delle scienze più antiche del mondo

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Lo studio di tutte le creature e gli esseri viventi esistiti sulla terra e dei loro habitat naturali viene definito paleontologia che, tradotto letteralmente dal greco, significa ‘studio dell’essere antico’; questa affascinante branchia delle scienze naturali nata intorno al diciassettesimo secolo, abbraccia in pratica altre due grandi ambiti scientifici come la geologia e la biologia, e fissa il suo obiettivo primario nel tentare di classificare tutte le forme di vita vissute in passato sul nostro pianeta, cercando inoltre di ricostruire in qualche modo anche l’ambiente e l’epoca in cui hanno vissuto.

E’ da dire che i primi paleontologi adottavano una metodologia prevalentemente induttiva, partendo cioè dai fossili che incontravano, e cercando di trarre conclusioni in base ai dati ed alle informazioni da essi fornite; oggi invece i paleontologi moderni si avvalgono di nuovi metodi di ricerca scientifica, metodi che sfruttano preziosi intrecci con il mondo della biochimica o della matematica. Si effettuano calcoli sperimentali, si ricostruiscono in scala ambienti naturali e condizioni climatiche dell’epoca in questione, anche l’ingegneria è di supporto utilizzando queste nuove tecniche.

Cenni di storia della paleontologia

Già ai tempi dell’antica Grecia si iniziò a parlare di fossili, e fu quando il matematico, astronomo, filosofo e geologo Eratostene di Cirene notò fossili marini in zone parecchio lontane dalla costa, giungendo immediatamente alla conclusione che tempo addietro quella zona era certamente ricoperta d’acqua; fu soltanto nel 1400 più o meno che l’argomento tornò sulla bocca di tutti, e fu grazie a Leonardo da Vinci, considerato il ‘portabandiera’ della paleontologia italiana.

Leonardo, già affascinato dalle teorie aristoteliche sull’eternità della terra, fu il primo a fare un’incredibile scoperta; oltre ad aver incontrato fossili di conchiglie marine addirittura in alcune zone dell’Appennino italiano, e cioè lontanissime da qualsiasi costa, notò che il loro guscio presentava alcuni piccolissimi fori, tracce evidenti di altri micro organismi esistenti in grado di lasciare tracce sul guscio delle conchiglie.

Influenza delle altre scienze sulla paleontologia

Come già accennato prima, la paleontologia ha strettissime connessioni con altri rami della scienza che sono sicuramente di supporto ai fini della ricerca; biologia e geologia sono certamente le più involucrate nei nuovi metodi di studio, ma d’altra parte era anche ovvio, trattandosi di scienze legate alla terra ed alle forme di vita che la hanno vissuta e che la stanno vivendo. Vi sono inoltre anche forti legami con archeologia, essendo essa una scienza che studia le civiltà umane relazionandole con l’ambiente in cui vivevano, così come con biologia e chimica, senza il supporto delle quali non si avrebbero dati così precisi sulle proprietà dei materiali che si incontrano.

Segni di carattere geochimico rinvenuti ad esempio su un particolare tipo di roccia, potrebbero senza dubbio aiutare a capire qualcosa in più su quello che era l’intorno in quell’epoca, i cambiamenti climatici che subiva, e le possibili relazioni con le forme di vita che esistevano, impossibile non intrecciare il tutto per ottenere il maggior numero di informazioni.

Cosa sono i fossili?

Tutta la paleontologia come detto parte dallo studio analitico dei fossili, ovvero resti (o frammenti di essi) di organismi vissuti in un determinato periodo storico; chiaramente i resti che si incontrano sono per lo più ossa, denti, conchiglie tra quelli animali, e foglie, tronchi e semi tra quelli vegetali, ovvero i più resistenti alla corrosione del tempo.

In molti si chiederanno perché si incontrano fossili di determinati organismi viventi mentre invece di altri non è rimasta nessuna traccia, e la spiegazione è molto semplice; va da se che quando un organismo animale o vegetale muore, inizia automaticamente il suo processo di decomposizione, in molti casi accelerato dall’intervento di agenti esterni di carattere fisico e chimico (acqua, fuoco, vento), o biologico (animali necrofagi e saprofagi). Ebbene, un fossile non è altro che un organismo animale o vegetale sepolto prima dell’inizio del suo processo di decomposizione, ovvero non ha neppure il tempo di morire che viene investito da una valanga di detriti sedimentari trasportati dall’acqua e si deposita sul fondo, completamente sepolto.

Renè Lavocat e le prime scoperte paleontologiche

E’ stato forse l’abate nonché geologo e paleontologo francese Renè Lavocat a segnare i passi più importanti della ricerca paleontologica del ventesimo secolo, e fu per questo che in breve tempo divenne paleontologo ufficiale del Museum national d’histoire naturelle, specializzandosi sui fossili di mammiferi e dinosauri. Nel 1947 Lavocat fu incaricato dal Centre national de la recherche scientifique di compiere una importante missione di ricerca nella zona desertica compresa tra Marocco ed Algeria, e già 4 anni più tardi iniziò a pubblicare note informative di carattere biologico su fossili e sedimenti rinvenuti in quella zona.

Sua anche la prima divulgazione di una scoperta fatta intorno al 1952, quando parlò per la prima volta di un grande dinosauro sauropode risalente all’era del Cretaceo del quale aveva rinvenuto i resti nel deserto marocchino; tale scoperta fu seguita in breve tempo da molte altre, sempre nella stessa zona, tanto da indurre il Servizio Geologico del Marocco a fornirgli mezzi e personale per proseguire gli scavi e fare tante altre interessantissime scoperte.